Avete mai notato che la scrittura e il nostro modo di muoverci con il corpo, indipendentemente dall’azione, vadano in simbiosi con la musica?
Forse mi sono spiegata male, ma provo a raccontarvi com’è nata questa riflessione.
Ero in coda, in macchina. Come sempre, ascoltavo musica classica.
A un certo punto ho iniziato a osservare le persone fuori dal finestrino. Alcuni passeggiavano, altri mangiavano un gelato…
instintivamente, ho iniziato ad associare la sinfonia che stavo ascoltando ai loro movimenti, come se ogni gesto trovasse il suo ritmo.
Poi ho notato un ragazzo.
Aveva le cuffie alle orecchie, camminava in modo rilassato, spesso con la testa bassa.
Non vi porto per le lunghe: è stato un momento bellissimo.
La musica che ascoltavo — pur non sapendo cosa stesse ascoltando lui — sembrava fatta per lui.
Come se ci fosse una connessione invisibile.
Una sinfonia che lo valorizzava, che ne amplificava la presenza.
Chissà, forse era stanco. Forse arrabbiato. Non lo saprò mai.
Ma per qualche secondo… mi ha incantata.
Chissà quante connessioni ci sfiorano ogni giorno, senza che ce ne accorgiamo. A volte basta una musica per vederle.
Questo è uno dei miei primi passi. Lo lascio qui, con affetto, così com’era nato.
Se ti va, scrivimi un pensiero nei commenti.
Mi piace sapere chi passa di qui, anche solo per un attimo.
A volte, basta una parola per sentirsi vicini.